Quegli scacchi che sono anche terapeutici

di: Guido Tedoldi /

Quando ho cominciato a insegnare scacchi, nell’ormai lontano 2007, ero concentrato sull’aspetto agonistico della faccenda. Sul come trasmettere bene agli allievi le regole del gioco e magari i concetti strategici più opportuni. Avevo la sensazione che potesse esserci qualcosa di più, più profondo e significativo. Ma all’epoca non ero capace di vederlo.

Qualche settimana fa sono stato contattato da uno psichiatra, Filippo Tancredi, il quale mi ha chiesto se attraverso gli scacchi si potesse anche fare terapia psicologica. E be’, sì, adesso penso che si possa.

Un corso del genere l’ho iniziato lunedì 9 ottobre scorso, nello spazio del Polaresco a Bergamo (ne ho parlato su SocialBg, al link: https://www.socialbg.it/quattro-corsi-di-scacchi-in-partenza/ insieme ad altri corsi più tradizionali che ho iniziato come istruttore in questo periodo).

Ci ho pensato un po’ su, ho concepito alcune lezioni su argomenti che prima affrontavo diversamente. Lo scopo, più che formare giocatori forti, è quello di far star bene le persone quando sono sulla scacchiera. Se poi riuscissi a mostrare che attraverso gli scacchi si può trovare un controllo più efficace sulla propria vita, senza tanta ansia… be’ forse avrei fatto qualcosa di buono.

È la mia prima esperienza in proposito, spero di commettere pochi errori, o meglio nessuno. Ne dovrò riparlare, mi pare. Verificare le cose buone, apportare le giuste correzioni in caso commettessi errori. È una strada che non mi aspettavo, ma mi pare positiva da percorrere.

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